Il 26 aprile 2021, il corriere GLS ha consegnato un collo presso l'abitazione dei miei suoceri. Il pacco era voluminoso e pesante 15 kg. Proveniva dal Belgio e custodiva, al suo interno, il mitico ricevitore navale HF, professionale, JRC NRD-93. Si tratta di un ricevitore HF, che riceve da 90kHz a 29,9999 MHz, di classe medio alta, che veniva utilizzato come dotazione di bordo e/o terra dal Servizio Radiomarittimo e Militare.

L'imballo è stato realizzato artigianalmente ma con maestria, utilizzando strati di polistirolo, fermato da lunghi bastoncini in legno e nastro isolante. Si vede che la persona che lo ha spedito è ormai esperta e sa come proteggere questi apparati, caratterizzati da un peso decisamente importante.

Da tempo ero alla caccia di un apparecchio simile. L'ho scovato su Ebay. Me lo ha venduto l'ingegnere belga Joseph Bozzer, che da anni tratta materiale usato della famosa casa giapponese JRC di Tokyo. Joseph è un noto collezionista di radio, oltre che radioamatore, nominativo ON4OM, e si è specializzato nel recupero di ricevitori ex-navali. A questo link potete trovare la conferma e ammirare qualche fotografia storica di stazioni costiere, dotate appunto di ricevitori JRC: https://trafficlist.altervista.org/marine-radios-jrc-nrd-receivers/

L'apparato in questione è il mitico "mostro bianco", ovvero il modello NRD-93. E' protetto all'interno di un box MPBX, dal caratteristico colore verde acqua, che ricorda quello dei teli chirurgici. Esteticamente è perfetto, cosa che accade raramente. Infatti questo, come anche tutti gli altri NRD-93 che si trovano in vendita, è un apparato che è stato smontato da un mercantile in disarmo, destinato alla demolizione come ferro vecchio, al termine della sua carriera operativa. Solitamente sono ricevitori che hanno passato in mare più di trent'anni; sono sporchi, strisciati, e con segni indelebili provocati della salsedine. Questo invece è magnifico. Joseph mi ha confermato che è stato sempre protetto, al caldo e al riparo dagli agenti atmosferici, nella sala radio di questa nave.

Negli anni ottanta, da ragazzo, mi recavo con mio padre a Vicenza, presso la Daicom, famoso negozio per radioamatori. Loro trattavano gli apparati della JRC. Lì ho comperato il mio primo ricevitore, l'NRD-525G. Qualche anno più tardi ho acquistato anche l'NRD-535. Sono tutte radio per intenditori, caratterizzate da costruzione solida a schede verticali. Il JRC NRD-93, è stato commercializzato fino al 1995. All'epoca il suo costo, da nuovo, era una cifra a tre zeri: costava 10 milioni delle vecchie lire. A distanza di anni le cose sono cambiate e adesso, quello che all'epoca era solo un sogno irrealizzabile, si è avverato. Eccolo finalmente qui, nella mia stazione radio.

Questa è la carta d'identità del mio NRD-93. Ha la matricola BR 35285, ed è stato costruito nell'agosto del 1985. Pesa, senza box, 10 chili e mezzo. Rigorosamente... made in Japan ! Dunque ha 36 anni di vita, ma li porta magnificamente bene, anzi, non li dimostra proprio. Sembra godere di ottima salute e spero possa regalarmi ancora molte ore di piacevoli ascolti. I primi NRD-93 sono stati immessi sul mercato a partire dal 1984. Era il ricevitore principale sulle consolles JRC delle stazioni costiere.

In realtà non è proprio filato tutto liscio alla prima accensione. Una volta collegato all'antenna e alimentato, ho messo in funzione l'apparato: tutti i comandi sembravano funzionare, cambiavo frequenza, modi operativi ma... nulla; sentivo solo fruscio. Non si riceveva assolutamente niente, su nessuna banda da 0 a 30 MHz. Sono passato in pochi minuti dall'entusiasmo alla rabbia. Mi si è raggelato il sangue. Ho subito contattato Joseph, il quale, con una calma proverbiale ha sentenziato: "Nulla di grave! Basterà estrarre il ricevitore dal box, aprire il coperchio superiore e controllare l'inserimento delle schede".

Ammetto che non sono stato entusiasta della risposta, e non ero neppure ottimista. Ma per fortuna mi sbagliavo, e Joseph Bozzer invece aveva ragione. Purtroppo sappiamo come i corrieri trattano i pacchi al giorno d'oggi. Evidentemente, durante il trasporto, ha subito qualche scossone di troppo o ha viaggiato anche sottosopra. Risultato: alcune schede verticali, almeno un paio, si erano alzate di 4-5 millimetri rispetto alla loro sede di alloggiamento, e di conseguenza non facevano corretto contatto.

Cimentandomi nell'apertura del ricevitore, ho potuto apprezzarne la costruzione davvero professionale. E' stata anche un'occasione per realizzare questo servizio fotografico. Ogni parte dell'apparato è veramente di facile ispezione. Questo facilitava non poco gli interventi di manutenzione / riparazione, anche durante la navigazione. L'alloggiamento è in rack da 19 pollici, tutto in alluminio. Con il montaggio a schede verticali, tutto è a vista, e raggiungibile senza difficoltà.

Estrarre il ricevitore dal box MPBX è molto semplice: basta togliere le quattro viti frontali e poi tirarlo delicatamente per le maniglie. Una volta denudato dal box, basta togliere altre quattro viti, due davanti e due posteriormente, per poter togliere il coperchio superiore della radio.

Subito al primo sguardo, la sentenza emessa a distanza da Joseph è stata confermata. Insomma, dopo aver spinto giù, in sede, le due schede incriminate, alzatesi durante il trasporto, il ricevitore ha iniziato a demodulare. E riceve in maniera stupenda; ne sono entusiasta.

Pensate che questi ricevitori venivano utilizati per rimanere, letteralmente parlando, a contatto con il mondo. Quasi tutti i radiotelegrafisti di marina hanno avuto a che fare, durante la loro carriera, con queste radio.

Ecco ancora altre foto, per farvi vedere da vicino tutti i lati del ricevitore.

Anche il lato B è ben fatto. L'ergonomia è la costruzione solida si fanno notare. Una stranezza è rappresentata sicuramente dal tipo di connettore utilizzato per la tensione AC 230V. Si tratta infatti di un connettore, di tipo microfonico, a due pin.

Sul lato sinistro è riportato, ancora una volta, il numero di telaio della macchina: BR 35285.

Il box MPBX serviva per ancorare, nel vero termine letterale della parola, il ricevitore alle console delle stazioni marittime costiere o nella sala radio delle grandi navi mercantili.

Da solo, questo box, pesa oltre cinque chilogrammi. Il risulatato è veramente paragonabile ad un carro armato. Anche onde alte sei metri facevano un baffo ad apparati come questi, che risultavano sempre operativi.

Richiuso il tutto, e reinserito all'interno del box, ecco il mio JRC NRD-93 collegato e pronto all'uso. I comandi sono di dimensioni generose e si fanno trovare anche dagli operatori più inesperti. La confidenza, con un apparecchio del genere, la si ottiene immediatamente. E' un classico ricevitore supereterodina a doppia conversione, semplice ma molto efficace. Il segnale d'antenna passa per filtri preselettori tipici di apparati professionali navali che devono poter lavorare in ambienti sottoposti ad alte interferenze RF e scariche elettrostatiche.

Il ricevitore è dotato di PBS, ovvero Pass Band Shift. Comando indispensabile che agisce sulla finestra IF, andando ad escludere eventuali segnali adiacenti. Rispetto al display centrale a 7 cifre della frequenza in uso, di color arancio, con risoluzione di 10 Hz, il valore del PBS viene visualizzato sul display di destra, di colore verde. Il valore può variare fino a +/- 1.20 kHz rispetto al centro banda del filtro selezionato.

Altro comando importante, questa volta posizionato in alto a sinistra rispetto alla manopola del VFO, è quello denominato BFO & CLARIFIER. Il valore si legge questa volta, sempre con cifre verdi, sulla sinistra rispetto alla frequenza centrale. Praticamente il BFO consente uno scostamento in CW di +/- 2 kHz. In banda laterale invece lo stesso potenziometro funge da CLARIFIER e lo scostamento massimo è di 120 Hz.

Una radio dalle dimensioni generose dunque, veramente ergonomica da utilizzare. Tasti grandi e ben disposti. Addirittura, uno per ciascun modo operativo. I filtri IF sono 5, devo dire che lavorano molto bene. Sembrano ben calibrati e garantiscono un'uscita audio gradevolissima, che invoglia all'ascolto, anche prolungato.

Altra particolarità della radio è la manopola selettrice che consente salti da 1 MHz. Con apposito interruttore, la stessa manopola funge da selettore per le 60 memorie del ricevitore. Le memorie sono divse in due banchi, A e B. Non sono molte ma sicuramente utili per sintonizzare agevolmente alcune frequenze preferite. Esiste anche un'unità addizionale esterna, denominata NDH-93 Scanning Unit. Joseph mi ha promesso che se ne recupera una, sempre in ottimo stato, la potrò abbinare al mio ricevitore; le memorie gestibili diventeranno così 300. Vista la natura navale dell'apparato, sono presenti anche due canali fissi: 500 kHz e 2182 MHz, rispettivamente note frequenze marittime di chiamata in CW e fonia.

Il JRC NRD-93 è un ricevitore straordinario. Costruito e assemblato in maniera professionale, sa regalare ancora oggi, a confronto con ricevitori dotati di DSP, una modulazione a tutto tondo, sensibilità e performance d'eccellenza. La resa acustica è piacevolissima. Lo ascolto in cuffia, utilizzando una JRC ST-3, con una impedenza di 600 Ohm. Quando invece lo ascolto tramite speaker, gli ho abbinato un SP-23 della Icom, un buon altoparlante esterno, dotato di filtri. L'NRD-93 è un ricevitore che, contrariamente ai suoi predecessori, sempre appartenenti alla serie "9", NRD-91 e NRD-92, permette la ricezione anche in LSB. Questo fatto, insieme alla presenza del PBS, lo rende davvero professionale, e non esclusivamente per uso navale. Peccato sia sempre più introvabile; sicuramente è diventato un pezzo ambito, da collezione.

Concludo la presentazione del mio nuovo giocattolo con queste foto d'epoca, che lo ritraggono operativo a bordo di navi e stazioni costiere. Ringrazio ancora una volta Joseph Bozzer, che mi ha permesso di entrarne in possesso.